martedì 24 luglio 2007

L'Orgoglio di Baghdad

Storie.

Fin da quando l'umanità era giovane e gli esemplari della nostra razza si aggiravano, non già come dominatori ma come prede e cacciatori, al pari di altri animali, per le foreste e le pianure dell'Africa, gli uomini hanno sempre raccontato storie.

Le storie hanno sempre rappresentato un modo per dare un senso al mondo naturale, per organizzarlo in un sistema coerente, per catturare le paure ed esorcizzarle, e molto altro ancora. In definitiva, da sempre le storie sono state il collante per le società degli esseri umani. Tutto il nostro retaggio, l'essenza stessa della nostra millenaria esistenza su questo pianete, è racchiuso nel concetto di storia. Tutto ciò che conosciamo di noi come razza evolventesi nel tempo lo abbiamo appreso dalle storie che sono sopravvissute agli esseri organici che le hanno scritte e sono giunte fino a noi.

Le storie non sono solo i resoconti scritti ma ogni segno, intenzionale o no, che racconta qualcosa di noi, di come siamo, di ciò che sentiamo, di ciò che bramiamo.

I fumetti, come i romanzi e i film, sono potenti strumenti per raccontare storie.

Nonostante lo status di letteratura reietta che il fumetto ha nella nostra società contemporanea, l'efficacia comunicativa di una storia raccontata contemporaneamente per mezzo di immagini e parole è innegabile. A ben guardare i fumetti sintetizzano la prolissità del romanzo e la sinteticità del cinema in una formidabile formula comunicativa.

Tutto questo per introdurre il fumetto di cui vorrei parlare oggi.

L'Orgoglio di Baghdad, questo il nome del volume, è un eccellente esempio di come un fumetto possa, non solo raccontare bene una storia, ma riuscire a proporre diverse chiavi di lettura legate a tematiche importanti ed attuali. Dal particolare al generale insomma.

Il volume presenta la storia, ispirata a fatti realmente accaduti, di quattro leoni che, in seguito ad un bombardamento americano, fuggono dalle rovine dello zoo di Baghdad.

Nonostante l'Orgoglio di Baghdad sia ambientato durante l'ultima invasione dell'Iraq da parte delle forze anglo-americane, descrivere la guerra non è l'obiettivo principale del fumetto.

I leoni ci permettono di osservare un traumatico evento storico da un punto di vista tanto insolito quanto interessante. E' grazie ad essi, al loro modo ingenuo e spaventato di aggirarsi per le strade della città deserta, che riusciamo a riflettere sulle tematiche che traspaiono da questa storia.

Il leone, predatore per eccellenza, predatore alfa1, si trova a conoscere e subire suo malgrado la furia di quello che, da preda quale era, ha fatto di sé qualcosa di diverso, qualcosa che si muove parzialmente al di fuori degli schemi della vita naturale e che ha ottenuto il potere di plasmare il mondo.

Il modo in cui gli esseri umani perpetrano la distruzione attraverso metodi incomprensibili per gli animali (i razzi sembrano lucciole) e per scopi a loro totalmente sconosciuti, mette in risalto l'assoluto, patologico diremmo, egocentrismo della nostra specie.

Che cos'è la libertà? Che cosa significa essere liberi? Che rapporto c'è tra la percezione della libertà e la libertà di fatto? Queste sono alcune delle domande che mi sono posto mano a mano che procedevo con la lettura della storia.

L'Orgoglio di Baghdad è una grande storia, superbamente narrata da Brian K. Vaughan ed illustrata da Niko Henrichon. Il ritmo della narrazione (intesa da me come un tutt'uno di scritto+illustrato) è ora scattante e rapido, ora di ampio respiro sino a raggiungere momenti di lirismo senza che questo appaia comunque pretestuoso. Il taglio è molto moderno e cinematografico.

Leggendo questa opera mi sono entusiasmato ma anche commosso. Credo che un volume che abbia la forza di far provare emozioni come queste in chi lo legge meriti certamente di essere letto.

A presto.

Frank

1 Alla Ricerca del Predatore Alfa, David Quammen, Adelphi 2005

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1 commento:

Anonimo ha detto...

Non riuscivo a decidermi se acquistare o meno questo volume... Tante uscite, molte delle quali ottime, il budget per le spese fumettistiche che certamente non "cresce"... Ebbene: la tua recensione mi ha finalmente convinto! E' una bella, davvero bella recensione, scritta con il cuore e col cervello.
Saluti.
O.