domenica 24 giugno 2007

Perchè questo Blog

In questo primo post cominciamo col fare le presentazioni.
Questo è il Blog di www.frankwashere.com,
uno negozio online, o electronic store come preferisco chiamarlo, per tutti gli appassionati del mondo dei fumetti.
Frank Was Here, tuttavia, è qualcosa di più, è un progetto che ha preso il via da un mese e che ha importanti ed ambiziosi propositi nei confronti del settore dei fumetti in Italia.
Noi crediamo fermamente che i fumetti siano una forma d'arte e di cultura tali e quali ai libri, al cinema, alla musica, ecc...
Allora perchè nel nostro paese sono così bistrattati? A fronte di un pubblico vasto ed eterogeneo che "consuma" (passatemi questo termine che si presta a molte interpretazioni, molte delle quali un po' sinistre) fumetti e li ama, questi sono sempre visti, dalla società in generale, alla stregua di giornaletti di svago per ragazzi o appassionati.
Quale è il motivo di tale situazione secondo voi?
Perchè, nonostante molti tra i fumetti pubblicati hanno oggettivamente un valore artistico e letterario non sottovalutabile, sono considerati con tale leggerezza e sufficienza dalla società?
Mi piacerebbe molto discutere con voi questa cosa e conoscere la vostra opinione in proposito.
A presto!

18 commenti:

Diletta Pepe ha detto...

^__^ Splendida idea quella di un blog esterno!
Personalmente, essendo appassionata di Manga (e quindi mi riferisco principalmente a loro...), ho notato come molte persone li considerino al livello di un giornaletto porno qualunque! Il problema fondamentalmente è l'ignoranza e l'incopetenza della gente che giudica senza sapere che esistono diverse classificazioni, e che un manga non è necessariamente hentai.
Per quanto riguarda altri tipi di fumetti, purtroppo vengono considerati come una sorta di "giocattolo", probabilmente perchè messi in relazione alla fase adolescenziale della vita. Il che spiega come mai quando un adulto dice di essere appassionato di fumetti, viene guardato male dagli altri!
Fortunatamente le cose stan cambiando, le persone stanno "aprendo" le loro menti! (almeno spero sia così!)
Ma che male c'è dico io! E' tanto bello potersi rifugiare in una realtà così diversa dalla nostra come può essere quella dei fumetti!!! ^__^

The Frank Equation ha detto...

Grazie Diletta!
Speriamo questo possa diventare un luogo dove scambiarci idee e pareri sul mondo del fumetto al fine di contribuire, in ogni modo possibile, a migliorarlo!
Quello che dici è verissimo, però secondo me è una conseguenza del problema. Quello che noi stiamo cercando di capire è, perchè la gente considera i fumetti, in generale, in questo modo?

Anonimo ha detto...

E' come per le serie tv, i cartoni animati di qualunque tipo e ancora un po' del cinema di genere.
La classe (perché di questo si tratta) intellettuale (o presunta tale) vuole evitare di perdere il controllo e il potere di decidere cosa sia arte e cosa no, non capendo che ormai nella situazione odierna questa distinzione ha perso gran parte del suo originale significato. Quindi si limita a criticare e non accettare mezzi di espressione che potrebbero minare il suo status privilegiato.
E la cosa peggiore è che gran parte di questo intelletualismo (o presunto tale) è di sinistra, cosa che, da persona di sinistra, non riesco a sopportare.
Fine sermone.

The Frank Equation ha detto...

Quello che dici ha un senso, ma sai quello che io penso è che, molto prima che arte, ai fumetti venga preclusa la stessa definizione di prodotti di qualità capaci di trasmettere cultura come, in potenza almeno, qualsiasi altro testo (nell'accezione semiotica del termine).
Perchè questa situazione? Siamo forse di fronte alla dimostrazione empirica (magra consolazione) per cui un oggetto non ha un significato in se ma ha il significato che la società gli attribuisce?

Anonimo ha detto...

E' questo il punto: si fa una critica al mezzo in sé, non capendo quanto sia idiota una mossa del genere. Un mezzo non può essere giusto o sbagliato, buono e cattivo in assoluto. E' come se dico che scrivere è arte... ma scrivere cosa?
La società, o meglio, il pensiero comune ha relegato il fumetto nell'ambito del divertente intrattenimento infantile, come la serie televisiva un superficiale passatempo privo di dignità.
I nostri modelli, le nostre categorie sono assai difficili da modificare, perché in un certo modo includono anche un giudizio morale: il cinema e i libri sono buoni, il fumetto e la tv cattivi.

The Frank Equation ha detto...

Sicuramente ogni genere ha una sua connotazione, come dei tag, nella mente della società (dico società per indicare la media delle persone).
E' probabilmente anche vero che ci sono delle ragioni per cui certe cose rimandano a certi concetti ed atteggiamenti, ed altre cose no.
Per esempio le ragioni per cui la televisione, come mezzo, è considerato spazzatura sono abbastanza ovvie. Questo anche se, certamente, esiste anche una parte della televisione di qualità (penso che sia ancora così almeno, visto che io ho staccato il cavo dell'antenna e l'ho gettato in cantina due anni fà;))
Per il fumetto questo però non è così evidente. Che cosa ha mai fatto il fumetto per meritarsi questa nomea?

Anonimo ha detto...

Forse è dovuto alla sua carica immaginativa.
Più che per il cinema e le serie tv, il fumetto dava da subito incredibile sfogo all'immaginazione e all'inventiva sia da un punto di visto grafico che narrativo (almeno nel mondo occidentale, ma sappiamo che lo sbarco del manga orientale - che per alcune opere si potrebbe persino definire "neorealista" - è piuttosto recente). Ed è forse proprio questa discriminazione di "genere", avvenuta in Italia più o meno negli anni in cui il fumetto iniziava il suo fiorente sviluppo, ad essere costata cara a questo mezzo di espressione.

Anonimo ha detto...

dai la risposta è ovvia...tutti sanno che l'italia in quanto a fumetto....è vecchia e stravecchia!sembra che per accettare nuovi stili,nuovi modi di disegnare debba proprio sforzarsi,quasi rompersi qualcosa per riuscirci.
insomma,in italia i fumettisti hanno una vita grama,perchè se nn fai lo stile italiano,quello vecchio,sempre il solito,allora è brutto.
siamo molto all antica,e non solo nel fumetto...
ora sto scrivendo il commento all una di notte quindi magari ci possono esseri alcuni errori grammaticali o simili ma cmq sono fermamente convinto del fatto che l'italia sia estremamente arretrata in quanto a fumetti,e pensare che potrebbe rimettersi in sesto,se solo imparasse ad aprire i suoi orizzonti...
anche gli editori poi...che la piantino di voler sempre e solo disegni che ricordino tex o dylan dog!per carità,son belli...ma....da quanto?da quanto tempo ci sono?in francia avranno aperto la mente ad almeno minimo 10 stili diversi in +!
insomma...se vai in altri paesi trovi una + vasta gamma di generi di fumetti..
se vieni in italia...
il fumetto italiano è sempre e solo quello.se non per rare,rarisime,rarissimissimissimissime eccezzioni.

Anonimo ha detto...

Ciao frank!
Purtroppo siamo in una situazione di totale regressione, a mio avviso più si va avanti più è peggio.....

Io adoro il fumetto, anche se tendo molto all'Underground (Crumb su tutti), non sono un classista, leggo veramente di tutto, dall'autoriale, al manga, al supereroistico, gli unici che non sono mai riuscito a digerire forse sono i Bonelli, salvo i primi Dylan Dog.
Da bambino le prime esperienze con Topolino e Tex non ebbero grande successo....credevo che non mi piacessero i fumetti...finchè non scoprii che esistevano altri fumetti oltre a quelli.

Capita di conoscere gente e di parlare del più e del meno ed alla domanda:- cosa studi?
io rispondo:-Studio fumetto all'accademia di belle arti....
Non ti puoi immagginare nemmeno la gamma di facce, che possono fare le persone ad una risposta simile, salvo qualcuno che magari li legge e rimane incuriosito, la stragrande maggioranza, presumo, pensi sia un idiota, un perdente!!!!
A chi domanda:- non era meglio se sceglievi economia?-
Potrei rispondere con un:-perche sei bello te!-
oppure, sputargli direttamente in un occhio.
Perdonate la mia rabbia!
Niente contro chi decicde di studiare altro, se ognuno sente di approfondire una materia rispetto ad un altra ben venga, sono per la totale liberta di espressione, pensiero, religione, ecc....!odio solamente l'ottusita che ci circonda.
La stragrande maggioranza non si immagina neanche che lavoro puo esserci dietro alla creazione di un fumetto.

Tornando al quesito, il fumetto non è così indispensabile, come potrebbe esserlo l'ultimo modello di videofonino che ti prepara il caffè, mentre guardi la De Filippi, oppure l'occhiale gucci, la cinta D&G, o quale altro gingillo indispensabile di dubbia utilità.
E se facessimo fumetti a benzina? Potrebbero diventare indispensabili?

Purtroppo alla base del problema ci sono le persone, quelle che s'interessano di ciò che gli viene sbattuto in faccia dai media, piuttosto che guardarsi intorno e scoprire magari l'esistenza di altre realtà, forse anche più vicine a loro, ma nascoste, chissa sotto quale pila di fumetti e soprattutto in che buco di fumetteria.
Bisogna sforzarsi, fare di tutto per farlo conoscere, ci vorrebbe l'appoggio di qualche pezzo grosso che dica: -piu fumetti per tutti!- Ma dubito che tra le cariatidi che ci governano, ci possa essere qualcuno interessato.
Se si riuscisse gia a farlo entrare legalmente nelle scuole, e non sotto banco, potrebbe diventare argomento di discussione nelle lezioni.
Leggere un Persepolis o il grande male, non mi sembra una cosa "stupida e frivola".

Ma in Francia come hanno fatto?
Cosa manca all'Italia per ottenere lo stesso risultato?
Io sono sempre più convinto che è l'ottusità a fregarci, finchè la stragrande maggioranza di noi non sarà disposta a togliersi i paraocchi la situazione sarà sempre la stessa, o peggio!!

Federico Rettondini ha detto...

Sai Frank, sento una nota di autocommiserazione nella tua domanda, non me ne avere a male.

Il fatto è che, in generale, la nostra nazione (ovvero NOI) siamo sotto acculturati (passami sto termine).

Non so se ti è mai capitato di fare la fila ( poste, pronto soccorso uffici vari ecc...) sapendo che trovavi la fila, appunto, ti sei mai portato dietro qualcosa da leggere? Non hai fatto quanta gente passa ore e ore in fila lamentandosi l'un con l'altro di come siano lenti gli impiegati, di come non passi mai il tempo ecc...

Se si portassero qualcosa da leggere, sopporterebbero meglio tutto ciò. Pensa quanta roba si riuscirebbe leggere mentre si sta in fila.

Ma in Italia, non è che i fumetti interessino poco, è la lettura in genere che non interessa: non si leggono i quotidiani ( beh questa potrebbe essere cosa buona visto che fanno schifo ), niet libri e quindi niet fumetti.

Riguardo al fatto che i fumetti siano considerati "roba da bambini" è una logica conseguenza del precedente.

Un popolo con scarsi strumenti culturali, fatica a capire e interpretare il lavoro di artisti e professionisti, fatica a dar il giusto valore delle cose.

Ancora oggi, nella provincia italiana il lavoro del grafico pubblicitario è scarsamente considerato, figurati un fumettista!

Il "disegnare" nell'accezione popolare non è considerato un lavoro, anche il cantare o il web designer. Gli artisti avevano molta più considerazione nella società medioevale che nella società borghese gretta e lagata al profitto.

Un fumettaro avrà sempre orde di mocciosi a chiedergli autografi, magari se è figo potrà scoparsi a raffica le fans più accanite, se è proprio bravo magari si arricchirà, ma se vuol entrare nell'olimpo dell'arte...seeeh...ce ne vuole di culo. E non solo per i fumettari, anche per gli sceneggiatori, inchiostratori ecc...

Che vuoi...così è...che dici? emigriamo in Francia?

Anonimo ha detto...

C'è anche da dire che il fumetto si è creato questa situazione.
Ripensiamo alla storia del fumetto. Prendendo per assunto la sua nascita negli USA a fine '800, possiamo osservare due caratteristiche:1- è un prodotto commerciale, dato che i primi fumetti venivano inseriti nei supplementi domenicali a colori dei quotidiani,2- erano essenzialmente un prodotto di gusto adulto,in quanto era il capo famiglia che acquistava il quotidiano e quindi sceglieva che fumetti leggere.
E' con l'invenzione del comic-book che anche i più giovani hanno la possibilità di comprare i propri fumetti,arrivano i super eroi e compare una nuova tipologia di storie.

Poi arriva uno psicologo in cerca di fama,denuncia il fumetto come strumento per messaggi subliminali di carattere porno\violento ed il gioco è fatto; le storie regrediscono,arriva il perbenismo e gli scrittori si ritrovano in una pura e semplice catena di montaggio.

Ora, queste osservazioni fanno riferimento alla situazione Statunitense ma non penso che il messaggio sia tanto diverso negli altri paesi.

Voglio dire,il fumetto, come il cinema,la televisione,la radio,la letteratura, è in primo luogo fenomeno commerciale e dal commercio ne è influenzato. Sono gli uomini che lo vendono che ne determinano lo standard,il pubblico, il livello. In esso c'è la possibilatà di creare cose nuove, senza il mainstream che senso avrebbe l'underground?Senza le grandi case editrici ci sarebbero indipendenti?

Ma alla fine è sempe faccenda di commercio.

Anonimo ha detto...

premetto col dire che probabilmente le cause di questo disinteresse verso i fumetti sono diverse e non facilmente individuabili...anche perchè sottintenderebbero una conoscenza storica e antropologica non solo contemporanea ma anche passata che io ad esempio non ho..

ad ogni modo...la mia idea è che siamo, noi 'italia', troppo proiettati verso ciò che è stato...siamo fieri di aver dato i natali ai veri geni delle arti che tutti conoscono leonardo da vinci, raffaello, pirandello, dante...(e mi fermo sennò non finisco più...),e viviamo nell' idea che la loro è stata Arte e che mai niente potrà eguagliarla...
non riconosciamo subito il genio in un Andrea Pazienza...non diamo alle varie forme artistiche contemporanee lo spazio che meritano...ci permettiamo di fermare la ricerca scientifica perchè 'forse qualcuno nel fututo potrebbe prenderci la mano e commettere azioni eticamente scorrette'...la prima cosa che ci viene in mente quando sentiamo 'artista italiano' è qualche stilista o al massimo laura pausini...
..e si potrebbe continuare per molto ancora...

per concludere:
questa chiusura nei confronti del fumetto non penso sia dovuta al fumetto in sè...ma al fatto che l'italia non ce la fa proprio a guardare oltre il suo naso, è chiusa a qualsiasi sperimentazione (scientifica, etica, religiosa e artistica)...

ossequi

faith ha detto...

secondo me i fumetti non vengono ben visti dall'occhio del pubblico più vasto e generale (tutti coloro che leggono)proprio per quest'aura falsamente ambigua che li circonda...penso che tutto sia nato negli anni 70 con l'arrivo dei primi manga giappoesi sul mercato mondiale in larga scala...Erano comunque un prodotto di nicchia, venduto nelle fumetterie e, venendo da un Giappone più o meno sconosciuto- la realtà giapponese è ancora molto diversa dalla nostra- non tutti si fidavano a comprare questi giornaletti dalla rilegatura instabile...
ho letto un pò gli altri commenti e delle domande che al loro interno sono contenute...secondo me cosa "frega" moltissimo questro nostro mondo è proprio la presentazione, sia cartacea che del posto dove si acquistano i fumetti sia dei fumettari stessi...la maggior parte dei fumetti (parlo di manga) ha una brutta copertina, non presenta nè la terza nè la quarta di copertina, non si possono aprire troppo sennò prendono la piega di un libretto di preghiere consunto, il cartoncino è davvero di bassa qualità...poi i disegni e le storie sono magnifiche, ma una persona ignara di tutto ciò viene prima attratta dall'involucro esterno...
Le fumetterie...La fumetteria di Alessandria, l'unca salvifica, è purtroppo un buco con mille fumetti incastonati negli scaffali, quindo se una persona volesse passare un pomeriggio alla scoperta di nuovi fumetti o in compagnia di qualcuno...beh, non può perchè la riempirebbe già tutta!!
E arriviamo allo zoccolo duro...i fumettari...tutti visti come otaku con mega poster di liceali hantai sul soffitto della camera da letto...ora, io ho la camera sponsorizzata da inu yasha con i palloni da basket che saltano fuori dalle pagine di slam dunk, ma non mi sembro proprio una secchia sfigata... (www.myspace.com/kikichicken)
Ah, e ultimo a non ultimo...i costi effettivi di questa nostra passione...non possiamo non tenerne conto dato che un volume meno di 2,50 euro non costa...

Anonimo ha detto...

eh caro frank, la questione è spinosa non poco. da un certo angolo, si vede come i prezzi dei fumetti non arrivino a essere proibitivi ma quasi (anche a cause strettamente macroeconomiche come inflazione e cambi di valuta storpiati - leggi passaggio da lira a euro); da un altro punto di vista va detto che il fumetto alla fine è quasi un genere di nicchia, ristretto agli adolescenti immaturi che continuano a comprare quell'immondizia semipornografica giapponese (non so se si coglie l'ironia ^^), restrizione che secondo me deriva principalmente (come ha già detto rei) dalla paura dei signori al controllo della cultura di perdere il seggiolino caldo e comodo e ben sagomato secondo le loro grandi chiappe (absit iniuria verbis. ma neanche tanto). questo poi si collega alla mentalità italiana conservatrice e fossile che anima tutti gli "arrivati"...
e poi se effettivamente mi tocca aspettare quasi un anno per vedere il prossimo numero di trigun o hellsing posso darmi al ricamo quasi quasi XD

Anonimo ha detto...

Tutto sta nella poca cultura che abbiamo, che si riflette poi sul comportamento che abbiamo.
Poi "prodotto" (scusate il termine fin troppo commerciale) per bambini non mi sembra proprio.
Forse qualche titolo può essere più o meno indirizzato verso un pubblico giovanile, ma dire che è un qualcosa di infantile non mi sembra corretto.
Se tutti i critici definiscono come il fumetto in italia solo ed esclusivamente i manga allora non hanno capito nulla.
Perchè ormai molti, quando si pronuncia la parola fumetto pensano subito ad un manga, che viene poi subito associato alla parola hentai. Purtroppo è così... non ne colgono la differenza.
Se poi mettono la pubblicità di Paperino con dei bambini di 5 anni che fanno FINTA di leggere la cosa non migliora di certo -.-
Io sono cresciuto leggendo Martin Myster, Nathan Never e qualche Dylan Dog, per poi aver ampliato il mio mondo ai manga e poi ai Marvel.
Ho imparato cose incredibili leggendo quelli che vengono definiti "giornalini", e mi hanno instillato la voglia di approfondire quello che non sapevo (merito di Martin XD).
A molti adulti se solo si prova a far leggere una cosa simile si indegnano, quando invece non sanno cosa si perdono.
Io a 20 anni, se mi dicessero che ho sprecato soldi inutilmente, risponderei che invece li ho investiti, e ne ho anche tratto vantaggio.
Molti non colgono neanche il valore artistico dei disegni... solo perchè un disegno non è appeso ad un muro, incorniciato ed esposto in un museo non vuol dire che sia un capolavoro.Se una storia non è raccontata in un romanzo rilegato in cartoncino non vuol dire che sia una cosa stupenda e avvincente da leggere.
Dove sta la differenza se non nel concetto di "fumetto=sbagliato" che ci viene inculcato ogni santo giorno.
Ecco perchè in Italia non sono ben considerati...è solo un motivo culturale.
Cavolo in USA usano i personaggi della Marvel per pubblicizzare auto, prodotti, etc.
Bisognerebbe che la rieducazione on la facessero ai giovani ma bensì alla maggior parte di quegli ingnoranti che giudica senza sapere cosa sta criticando.

The Frank Equation ha detto...

Molti di voi si sono concentrati sul problema di cui stiamo parlando dando la colpa alla società italiana, ora accusata di ignoranza e presunzione, ora di scarsa o comunque limitata apertura mentale.
Seppure queste cose siano sacrosante, io le vedo però più come uno stato de facto di come le cose sono state e sono tuttora, che come la causa vera e propria. E' vero, i fumetti sono considerati generalmente poco più importanti dei cataloghi delle agenzie di viaggio. Ma perchè accade questo? Non posso pensare che questa sia una situazione indotta dal fatto che gli italiani sono diversi, più arretrati culturalmente, meno aperti mentalmente di altri paesi... Perchè in moltissime altri esempi non è così, e quando lo è c'è sempre un motivo dietro.
Oltre che cercare di indagare le motivazioni "storiche" di questa situazione, vorrei capire perchè, a fronte di un aumento nella diffusione tra il pubblico dei fumetti e ammettendo che la qualità dei prodotti è a mio avviso mediamente più elevata di altri (libri, dischi, film), la situazione non migliora.
Secondo me, ma qui accenno solo ad un pensiero che spero svilupperemo insieme, il perdurare di una situazione del genere, è dovuta molto all'approccio con cui quelli che in gergo si chiamano gli stakeholder del settore (i portatori di interessi di ogni tipo)mantengono riguardo al settore stesso.
Il mondo dei fumetti in Italia siamo noi che lo facciamo in primis. Noi in quanto lettori, appassionati, case editrici, distributori, disegnatori, scrittori, fumetterie, fiere, e chi più ne ha più ne metta.
Pongo solo una domanda per indurre alla riflessione: non è che se la situazione del fumetto è questa è perchè siamo noi i primi a chiuderci in una bolla di sapone di decadente fumettosità?

Anonimo ha detto...

Sicuramente quello che dici è vero, riguardo soprattutto il perdurare di questa situazione. Ne è la prova, per esempio, il fatto che la panini si ostina ad allegare ai fumetti gadget stupidi e inutili (pupazzetti, portachiavi...), che fanno tutt'altro che invogliare il pubblico giovane all'acquisto, anzi fanno molto peggio: i giovani (che odiano essere definiti tali) non lo comprano perché li fa sentire ancora più infantili di quello che sono; gli adulti si disgustano per l'infimo livello raggiunto dagli editori... Ma tutto ricomincia, in un loop infinito... Che fare?

The Frank Equation ha detto...

Che fare… Noi crediamo che in questo caso, come accade per tutti gli altri problemi che affliggono il mondo (essendo una questione di cultura credo che la situazione del fumetto in Italia si possa considerare tranquillamente un problema), quello che bisogna fare è impegnarsi in prima persona per cambiare le cose. Pensiamo che non subire una cosa per come è, ma atteggiarsi nei confronti di essa in modo differente, sia fondamentale.
Al principio tutto inizia con un modo di porsi, con un atteggiamento. Questo per noi significa passare da un atteggiamento adattivo di accettazione pur nel disprezzo di una situazione ambientale data, ad un atteggiamento proattivo che si traduce in un “adesso faccio qualcosa io come dico io”.
Questo è uno dei motivi, forse il più importante, che ci hanno spinti a creare il progetto Frank Was Here.
Sinceramente non ci preoccupa il fatto di avere adesso una scarsa influenza. Non ci importa se siamo solo una goccia in un mare in tempesta, perché se il mare è verde allora noi siamo una goccia rossa. Quello che conta è l’intenzione, la motivazione e la sistematicità.
Seguendo questo principio abbiamo impostato tutto il nostro progetto a partire da quella che può essere definita la sala macchine di tutto quanto abbiamo in mente e cioè l’e-commerce. Abbiamo cercato di creare un sito che fosse fatto bene qualitativamente, che avesse una struttura informatica impeccabile e un design curato così da essere all’altezza della qualità dei prodotti in vendita. Abbiamo anche fatto in modo che questa macchina fosse creata con l’obiettivo di trattare quanti si interfacciano con essa nel modo più rispettoso possibile. Per questo motivo il sito internet ha delle caratteristiche che nemmeno dei big come Amazon e IBS hanno considerato importanti ma che, secondo il nostro modo di pensare e la nostra filosofia, sono fondamentali. Per esempio il sito rispetta gli standard del web, è fruibile con tutti i browser (compresi quelli testuali), coloro che acquistano sul nostro sito hanno una pagina personale dalla quale possono gestire diverse cose e consultare le statistiche di cosa e quanto hanno acquistato.
In ultimo abbiamo subito cercato di dare spazio a quegli indipendenti che si impegnano per creare fumetti di qualità lavorando sodo e investendo,anche economicamente, per stamparli e proporli al pubblico. Crediamo fermamente che queste persone debbano essere sostenute e per questo motivo abbiamo creato una sezione sul sito web solo per proporre le loro pubblicazioni.
Il sito e-commerce è però solo un mattone di quanto ci proponiamo di fare.
Abbiamo importanti ed innovativi progetti pensati per “fare del bene” al mondo del fumetto e a quanti lo amano.
Il primo di questi progetti vedrà la luce (se tutto va bene) verso la metà del mese prossimo. Sarà qualcosa di innovativo e fatto bene che speriamo possa motivare molte persone ad aiutarci in questa operazione che vogliamo tentare.
Ad una prima goccia se ne aggiungeranno altre, un po’ alla volta, e magari comincerà a piovere, e chi lo sa che poi magari questa pioggia non si trasformi in un temporale…